venerdì 16 settembre 2011

Il tragicomico mondo delle liste dei vini

Avere gusti complicati non aiuta. La delusione è dietro l'angolo, le aspettative non sono quasi mai attese, si fatica ad essere veramente soddisfatti. Anche perchè quando per indole sei uno a cui piace fare un minimo di ricerca e guardare oltre le proposte facili e senza rischio, è naturale chiedersi "perchè accontentarsi?". Questa filosofia si va ad applicare brutalmente su quasi ogni campo della propria vita e non si riesce a fare altrimenti. Ma se è in qualche modo possibile ascoltare musica più profonda di Lady Gaga, vedere un film degno della parola “cinema” invece che uno di Muccino o essere attratti più dalle qualità mentali che da quelle fisiche, c'è una strada senza uscita a cui i propri gusti non possono trovare scorciatoie: l'essere sottoposti ad una lista di vini in cui non c'è nulla che stimola il proprio interesse.

Probabilmente i ristoratori odiano i foodies ed i gastronauti, terminologie peraltro fastidiose create da furbogiornalisti, ma dovrebbero anche saper guardare oltre certe saccenze da snob e prendere come incentivo per migliorarsi la massiccia presenza di persone attente al loro operato. E se, in tutta onestà, molto si è mosso nell'offerta dei piatti, il mondo del vino nei ristoranti (e ancor peggio, nei cosiddetti wine-bar!) vive nella banalità quasi assoluta. Un pacchetto di difetti spesso confezionato nella temibile lista che, come il peggiore dei regali sgraditi, è invitante e bella quando è chiusa per poi deludere quando "scartata". Per cercare di andare a fondo al problema, mi sono divertito a stilare una sorta di "lista delle liste", differenziandole per tipologia e per forma. Sono sicuro che molti tra i lettori attenti a questo argomento ne avranno altre da aggiungere.

1) La lista "come da manuale" : è quel tipo di lista che è una sorta di "greatest hits" dei vari vini bicchierati, stellati, grappolati o qualsiasi altro simbolo di riconoscimento le guide del settore utilizzino per decidere i vini "più buoni". Nel peggiore dei casi (e mi è capitato spesso) sulla stessa lista affianco al vino è persino riportata la votazione che il vino ha ottenuto! a parte il criterio con cui questi vini vengono premiati, sul quale vi rimando alla puntata apposita di Report di qualche stagione fa, c'è da domandarsi quanta personalità una carta del genere possa avere. E' ovvio che nel mucchione potrà capitare qualche buona etichetta ma il tutto sarà sconnesso dall'appartenenza al luogo, all'abbinamento coi piatti del menu e ben lontano dall'idea di proporre una novità. Praticamente una lista fatta da altri che scelgono i vini sul parere di altri ancora. Viva la fantasia.

2) La lista "lounge": è quella che si trova in quei locali dove l'atto del mangiare e bere è secondario a tutto il resto, soprattutto all'apparire. Così gli avventori abituali del luogo lounge, mentre pensano a vedere e a farsi vedere, non si accorgono che stanno bevendo una bottiglia che è in lista a 30 euro e che si trova al supermercato a 5,50. E la cosa sconvolgente è che ne saranno estasiati, ed il giorno dopo chiameranno te, "l'amico che ci capisce", per dirti che hanno bevuto un vino "buonissimo" del quale però non si ricordano il nome. "Mi sembra fosse un vermentino, dove lo posso trovare?". Vabbè. E allora pensi che forse i proprietari lounge fanno bene a sparare 8 euro per una  miniflute di prosecco. Mi chiedo solo perchè il vino debba subire lo sfacelo della nostra società.

3) La lista "stai a guardà er capello": questa è una lista sui generis, che se fossimo nel 1982 farebbe quasi tenerezza ma che nel 2011 fa cascare violentemente le braccia. Di solito non ha una gloria a se, si trova infatti allegata al menu, nelle ultime desolate pagine che evidentemente il ristoratore in questione crede che nessuno andrà a guardare. Normalmente la composizione della lista, divisa in bianchi e rossi, comprende cose tipo Falanghina 12, Trebbiano 12, Chianti 14 e così via. Ovviamente non sarà mai dato sapere annata e produttore, senza nemmeno parlare di informazioni più specifiche. Il cameriere a cui sarà chiesta una qualsiasi domanda la cui eventuale risposta potrebbe aggiungere qualcosa sulla conoscenza di cosa si berrà vi guarderà come se foste un sovversivo che non osa bere il vino della casa. Molto meglio alzarsi, cercare il frigo o lo scaffale dove ci sono le bottiglie e scegliersela da soli. Se siete fortunati qualcuno ve la aprirà. Col botto ovviamente.

4) La lista "enciclopedia": lo dico con fermezza, la prossima volta che mi siedo su un tavolo di un ristorante, magari con la dolce metà in un'occasione particolare ed oltre al menù mi viene schiaffato sul tavolo un tomo di 22kg e 150 pagine corrispondente alla lista dei vini mi alzo e me ne vado. Quelle liste che per leggerle tutte bisognerebbe averle due ore prima di ordinare, spesso scoordinate nelle selezioni e quasi sempre prive di vini sotto i 25 euro, secondo me sono solo un inutile esibizionismo del ristoratore. Ma quest'atto bucolico e poco utile ad una scelta ponderata non ha assolutamente senso se il povero commensale è lasciato al buio, costretto a pescare da solo da un mare di nomi in cinque minuti netti, pensando a prezzo, abbinamento, gusto personale, eccetera eccetera. Come sempre quantità e qualità vanno poco d'accordo

5) La lista "fantasma": ci siamo, finalmente una lista fatta bene, una buona scelta ma non un libro sacro, nomi interessanti, vini a prezzi accessibili ma anche qualche etichetta da grande evento, logica dell'abbinamento, buono spazio ai vini regionali (per inciso, come disse qualcuno, quando si è in vacanza nelle Langhe è un delitto ordinare un Brunello ed aggiungete tutti i viceversa del mondo). In queste poche righe ho descritto quella che secondo me è la lista perfetta. Però la chiamo lista "fantasma" non solo perchè è rara ma soprattutto perchè quando capita una situazione del genere succede spesso che il vino selezionato "è terminato". E l'alternativa "non c'è". Ed il terzo "ritorna la settimana prossima". E non c'è niente di più brutto per un appassionato pregustare la bottiglia bramata e poi rimanere a bocca asciutta. Queste sono il tipo di situazioni che a me rovinano la serata. Colpa dei soliti gusti difficili.