giovedì 14 aprile 2011

VinoVinoVino e VinNatur, resoconti e soddisfazioni


Una delle cose che si sente dire spesso nel mondo del vino è che i vignaioli non amano le fiere. Spesso sono costretti a parteciparvi, certo, perchè in fondo rimane il modo più veloce ed in alcuni casi anche l'unico possibile per farsi conoscere da appassionati e da potenziali clienti provenienti da tutto il mondo. Però il vignaiolo vero, quello che la parola business non sa nemmeno come si scriva, vive queste fiere come un qualcosa di lontano dal proprio essere, che poi coincide con gli scarponi sporchi di terra, le visite in vigna all'alba ed il profumo del mosto che si espande nell'aria. E' per questo che per certi versi due manifestazioni come VinoVinoVino, a Cerea e VinNatur a Villa Favorita, sono eventi atipici. In queste fiere del vino infatti c'è tutto tranne che il glamour, non si respira per niente aria di burocrazia da ordinazioni e contratti ed è raro, se non impossibile, vedere avventori in giacca a e cravatta. Soprattutto, a servire i vini dietro ad ogni banco ci sono i produttori stessi, qualche volta accompagnati da moglie, figli, persino dai propri cani. Non v'è traccia di hostess in minigonna reclutate per l'occasione che sanno a malapena distinguere il bianco dal rosso e che se gli fai una domanda sul vino che stanno servendo, se va bene ti rifilano un depliant. Ed in fondo fanno bene, loro sono lì per lavorare e nessuno le ha informate su macerazione e malolattica. Cerea e Villa Favorita sono le vetrine più importanti in Italia e tra le più importanti nel mondo per i vini naturali, due manifestazioni ormai consolidate dove si ritrovano quelli che molti chiamano i talebani del vino, vale a dire gli strenui difensori delle vinificazioni senza solforosa, senza filtrazione, senza farmaci, insomma senza aggiunte esterne all'uva ed al suo territorio. E' un mondo dove effettivamente gli estremisti a tutti i costi non mancano, sia tra chi il vino lo fa sia tra chi dice di amarlo, magari più per moda antagonista o per un forzato anticonformismo che altro. Ma la stragrande maggioranza di chi affolla l'AreaExp di Cerea, un luogo perfetto per manifestazioni simili o la suggestiva Villa Favorita immersa nel favoloso scenario dei vigneti del vicentino, è gente che ha voglia di conoscere realtà minuscole, che sappiano esprimere il territorio tramite una filosofia talmente semplice ed antica da risultare rivoluzionaria.
Cerea è un paesino piccolo ed organizzato, l'emblema di quel nordest da immaginario collettivo dove i parchi sono verdi e puliti e non c'è un pezzo di carta per strada. A quaranta minuti di treno regionale da Verona, non c'è molto da fare oltre che prendersi uno spritz o passare al bancomat, visto che bar e banche popolano il corso lasciando le briciole alle altre attività commerciali. Poi c'è l'AreaExp, un piccolo gioiello di architettura moderna dove lo stile rustico si mescola a quello industriale senza risultare nè freddo nè pacchiano. A due passi dalla stazione e con un ampio parcheggio, ospita ormai VinoVinoVino da qualche anno con un'organizzazione invidiabile. E' quindi qui che la brigata di ViniVeri, guidata ora da Paolo Bea, si ritrova con molti ospiti graditi. Villa Favorita invece non è facile da raggiungere per chi non viaggia in auto visto che la stazione più vicina, quella di Montebello Vicentino, è a quasi 4km di distanza e scordatevi di trovare un taxi o qualcosa di simile: siamo nel deserto. Fortunatamente esiste un servizio-navetta ma non ci sono orari fissati, quindi va un pò a fortuna. Insomma, il risultato è che io mi sono fatto i quasi 4km a piedi, sotto un sole che nemmeno a ferragosto e con tanto di trolley al seguito visto che la sera ero di ritorno. Ma alla fine sono stato ripagato da un setting splendido, una villa spettacolare ed una giornata che sapeva di scampagnata d'altri tempi. Complice ovviamente la presenza di chicche da un pò tutto il mondo, dalla Loira alla Stiria, Dalla Basilicata alla Borgogna.
Sia in una che nell'altra manfestazione, i produttori sono entusiasti quando qualcuno si avvicina al loro tavolo e nella maggior parte dei casi anche quando sono sommersi da calici da riempire, cercano di accontentare tutti e di essere il più esaurienti possibile nel descrivere le loro creazioni. Tra i tanti,di Cerea vorrei sottolineare la cortesia di Arianna Occhipinti che, sola dietro ad uno stand preso d'assalto, spiegava i suoi sempre più buoni Frappati di Vittoria con sorrisi e cortesia misti ad un fascino mediterraneo-arabeggiante che si ritrova nei suoi vini, come la sua naturalità. Una menzione è d'obbligo anche per Christian e i produttori presenti allo stand dei distributori de Les Caves de Pyrene, scopritori di perle indimenticabili come gli Champagne di Demarde-Frison (grande interprete dell’Aube, una zona che cresce sempre di più) o il curioso Bianco delle Suore Carmelitane Trappiste di Vitorchiano. Anche da loro, tanta gente e tanta cortesia. A Villa Favorita invece un grazie particolare va a tutti i produttori di Champagne presenti, Laherte-Freres, Simon Selosse e Franck Pascal, capaci di far fronte alla pioggia di richieste della domenica mattina con manualità da piovra e simpatia proverbiale. Ma non posso dimenticare l'umiltà contadina di Natalino Del Prete (che buoni i suoi rossi salentini!), l'entusiasmo dirompente di Lusenti dai Colli Piacentini ed i suoi notevoli frizzanti insieme a due passiti da urlo oppure i Franciacorta di Aurelio di Casa Caterina, una vera e propria svolta nella denominazione.
Mi dispiace per tutti quanti non cito, sono quasi quattrocento produttori e non avrebbe senso fare liste. Quello che mi preme dire è che la qualità media è molto, molto alta, che i prodotti forzatamente estremi da risultare imbevibili sono sempre meno e che ho avuto modo di capire una volta di più zone vinicole altrimenti distrutte dai prodotti di massa (una per tutti, la bassa Maremma, della quale proverò a parlare appositamente in un post successivo). Credo fermamente che questa realtà, quella del vino naturale rappresenti quello che il mondo del vino dovrebbe essere, al di là di gusti personali o preferenze di tipologia. Penso che tornare a stabilire un rapporto sincero con il pubblico, che sia del settore o no, sia una cosa fondamentale e che sia molto più importante di brochure patinate, stand luminosi o slogan accattivanti. Il vino nasce in vigna e della vigna dovrebbe portare in alto lo spirito. A Cerea e a Villa Favorita, chiudendo gli occhi su qualche eccesso, sulle solite divisioni e sulle prese di posizione esagerate che non mancano mai, un po’ in vigna mi ci sono sentito. Ed oltre ai sapori dei tanti buoni vini che ho degustato, mi porterò dietro anche la sensazione, fortunatamente immaginaria, del fango sugli scarponi. Aspettando le prossime edizioni e sperando che prima che arrivino possa parlarvi di tante visite direttamente in cantina.

Nessun commento:

Posta un commento