lunedì 10 novembre 2014

Beaune Les Mariages 2008 - Rossignol Trapet

Gira che ti rigira, cerco un rosso che mi rassicuri e mi viene in mente che l'unica cosa che può svolgere il compito senza troppi pensieri, è un Borgogna. Rosso, pinot nero, non particolarmente invecchiato. Qualcosa che possa soddisfare la voglia di bere apprezzandone le sue qualità date da un territorio che di per se dona al vino qualcosa di profondamente magico. Fortunatamente ho una bottiglia che è la risposta; il Beaune Les Mariages di Rossignol-Trapet, annata 2008.



Beaune è una denominazione che deriva dalla cittadina vinicola più grande della Borgogna, ed al suo interno si possono trovare parecchi cru e tante etichette diverse, avendo la più estesa quantità di vigne regionali. Tra le svariate parcelle di vigne non elevate a cru, c'è Les Mariages, situata a sud di Beaune e confinante con il Premier Cru di Greves. E' un territorio ciottoloso e limoso che permette agli acini di raggiungere una veloce maturità e di far nascere vini dal buon frutto, maturi, equilibrati, da bere entro cinque anni dall'imbottigliamento.

La cantina che in questo caso ha imbottigliato il vino tratto dalle uve di questa parcella è Rossignol-Trapet nata nel 1990 ma con alle spalle una centennale storia familiare legata al vino. Biodinamici certificati Demeter, i Rossignol-Trapet vinificano col minimo impatto umano e lasciano il vino esprimere la stagione e la territorialità, concetto che in Borgogna assume una dimensione elevatissimi. Ogni vino, anche da parcelle di vigne confinanti, parla per se e si distingue dal suo vicino, mantenendo quel fil rouge che per chi ama la Borgogna è inequivocabile.

Parlare di questo Mariages del 2008, bevuto probabilmente al suo apice, quasi non gli rende giustizia. Terroso e fruttato, cupo e gioioso, grasso ma fluido, è un vino che riesce a combinare tutti elementi apparentemente opposti con incredibile spontaneità. Mineralità presente con la consueta eleganza borgognona, il tratto del passaggio in legno è da manuale perchè accompagna senza arrotondare e prevalere. Potrebbe sembrare banale, anzi probabilmente lo è, ma questo vino è BUONO. 

Accompagnarlo ai pasti è facile perchè le sue mille sfaccettature lo rendono versatile, anche se la mia fissa rimane quella dell'abbinamento col pollame, in particolare il "coq au vin", il pollo brasato al vino che viene dal suo stesso territorio. Cercatelo e godetene tutti. Vi farà star bene e non vi farà pensare. Ogni tanto ci vuole.

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