venerdì 14 gennaio 2011

Navarra Rosado Sobre Lias Edicion Gran Feudo 2008 – Bodegas Chivite


Ultimamente mi sono avvicinato in maniera concreta ai vini spagnoli, realtà che fino a poco tempo fa conoscevo più nella teoria che nella pratica. Poi per caso e con colpevole ritardo ho scoperto che le spese di spedizione dalla Spagna all’Italia sono piuttosto basse (non come dalla Francia dove sono proibitive) il che si aggiunge al già ottimo rapporto qualità-prezzo dei vini di questo paese in continua crescita dal punto di vista enologico. Oltre alla Rioja e alla Ribera del Duero, le due denominazioni più famose, ne esistono infatti molte altre dalle mille caratteristiche e che si distinguono per territorio, tradizione e stile.

Pur essendo un paese che ha ottenuto i maggiori successi nel mondo grazie ai suoi vini rossi, la Spagna produce anche molti spumanti (l’industria del Cava supera anche quella dello Champagne numericamente parlando, con picchi di notevole qualità), parecchi bianchi con vitigni locali (su tutti l’Albarino della Galizia) ed internazionali ma anche rosati, che tra l’altro ben si abbinano a molte delizie della loro cucina, dagli splendidi prosciutti passando per la paella o per l’aperitivo con le onnipresenti tapas. Ed è proprio con un rosè che voglio aprire lo spazio ai vini di Spagna in questo blog. Un rosè della Navarra (che ha la sua DO, denominazione di origine) che mi ha favorevolmente colpito.

Anche se conta (o dovrebbe contare) poco o nulla, l’etichetta mi aveva portato a pensare a male. Non tanto per la sua scarna grafica ma per un particolare che mi puzzava di basso marketing, cioè un pallino blu scuro con dentro scritto “buono fino al 2012”. Questa sorta di scadenza non è il massimo, anche se in realtà vuole solo avvisare l’acquirente che questo rosato ha le potenzialità per evolvere almeno un paio d’anni in bottiglia e probabilmente è stato inserito in etichetta con tutte le buone intenzioni. Ma andando oltre questo particolare, ho deciso di aprire il vino e degustarlo insieme ad un primo piatto, un ragù di melanzane con scaglie di ricotta salata, una sorta di Norma riveduta e corretta. Un azzardo con un rosato? vediamo.

Innanzitutto introduco un po’ questo vino, blend di Tempranillo, Grenache e Merlot. Un prodotto abbastanza particolare in quanto, come recita il suo nome, è un rosato che affina sui suoi lieviti per almeno sei mesi, il che contribuisce a dare struttura e complessità gusto-olfattiva. Sono effettuati frequenti batonnage in modo che l’apporto aromatico dei lieviti sia equilibrato ed il vino sosta poi anche quattro mesi in barrique ed altrettanti in bottiglia, per un totale di oltre un anno di riposo prima della sua messa in commercio. Un rosè quindi volutamente sui generis che si annuncia più che un semplice vinello estivo e rinfrescante come molti, dignitosissimi, della sua tipologia. E’ un po’ lo stile della linea Gran Feudo dell’azienda Chivite, edizioni speciali con bottiglie limitate rispetto alla vasta produzione di base per ottenere prodotti di qualità superiore.

Il vino si presenta benissimo all’occhio, so che conta poco ma i rosè sanno essere molto affascinanti quando i loro colori sono così, tra il salmone ed il buccia d’arancio, cristallino ma non forzatamente intenso e lucente, anzi, quasi fiero del suo pallore. L’olfatto è di grande e suggestivo impatto e qui le note dei lieviti fanno la differenza, ricordando, grazie alla famigerata nota di crosta di pane, il naso di alcuni Champagne. Ma questo non fa sì che si perda la gradevolezza e la golosità dei frutti rossi che sembrano espandersi di minuto in minuto, tra fragola e lampone. Questo equilibrio si ripropone in bocca dove il vino brilla per bevibilità: setoso, elegante, morbido e con ottima freschezza. E con una struttura importante che però non compromette la sua leggerezza.

Se ha retto il ragù di melanzane? assolutamente, la sua morbidezza e la sua “fruttosità” hanno ben bilanciato l’acidità del pomodoro mentre il suo bel corpo non lo ha fatto soccombere di fronte alla discreta complessità del piatto. Di sicuro può essere abbinato a tante altre portate, dagli antipasti di salumi ai secondi di pesce o carne bianca, magari con guazzetto di pomodori. E’ un vino versatile a tavola, ben fatto, di estrema godibilità. Un rosato serio, a meno di dieci euro. Da bere e ribere.

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