venerdì 21 gennaio 2011

Nobile di Montepulciano Riserva 2003 - Il Conventino


Quello che rimane dopo un weekend lungo nel senese, tra Val D’Orcia e Chianti, è una sensazione unica che solo quelle magiche terre sanno trasmettere. Le crete, i cipressi, le campagne infinite, le strade dei paesini, i negozi di artigiani. Sembra tutto così perfetto da sembrare costruito, invece è incredibilmente reale ed è anche per questo che questi luoghi sono adorati in tutto il pianeta.

Una delle cose che più mi colpisce è il rapporto che si instaura con i gestori delle botteghe di qualsiasi genere, La loro accoglienza va al di là della semplice ospitalità turistica di cui in Toscana sono maestri. Molti di loro, quelli più appassionati in particolar modo, ti trattano come un amico e ti mettono a tuo agio in un secondo. Se poi vedono che sei realmente interessato al prodotto, sanno anche dispensare preziosi consigli.

E’ esattamente quello che mi è successo in una piccola enoteca a Montepulciano della quale purtroppo non ricordo il nome ma se può aiutare, è gestita da una splendida e giovane coppia romana che ha deciso di abbandonare il caos capitolino per vivere tra scaffali e bottiglie in un contesto da favola. Ho chiesto loro che mi sarebbe piaciuto assaggiare un Nobile che rappresentasse quel territorio, così troppo spesso dimenticato per avvicinarsi a quel gusto supertuscan che poco a che fare con la schiettezza di queste terre e soprattutto con l’austerità del Sangiovese, qui coniugato in Prugnolo Gentile.

La loro risposta è stata questa bella bottiglia dell’azienda Il Conventino, una Riserva del 2003 che ho aperto dopo un anno abbondante di riposo nell’angolino misterioso della mia casa che pretestuosamente io chiamo cantina. Un vino che ha rivelato soddisfare in pieno le mie richieste. Ma andiamo con ordine.

Il Conventino è un’azienda condotta da tre fratelli dediti alla valorizzazione della splendida materia prima a disposizione. Convinti che un buon lavoro in vigna ed in cantina comporti un utilizzo limitato della chimica, adottano da subito i metodi dell’agricoltura biologica e prediligono la qualità alla quantità, tenendo molto basse le rese per ettaro. Il 2003 è la loro prima annata di produzione, quindi questa Riserva da me bevuta è il loro esordio.

Oltre all’imperioso Sangiovese (85%) nel vino c’è una piccola parte di vitigni della tradizione locale quali Mammolo, Colorino e Canaiolo. Affinato per un totale di 42 mesi, di cui 30 in botte da 50 litri, 6 in barrique e 6 in bottiglia, questa Riserva è figlia di un’annata torrida nella quale molti produttori hanno avuto problemi con alte gradazioni alcoliche ed effetto-marmellata. Questo Nobile è invece perfettamente stabile tra morbidezza ed acidità, il 14% di alcool è perfettamente inglobato nella struttura tanto da risultare un vino beverino e di estrema gradevolezza. Belle le note speziate di sigaro toscano e di pepe nero a corredare il tipico quadro fruttato-floreale, corpo importante ma non imponente, dà l’impressione di poter crescere ancora per almeno 5-6 anni. Nessuna traccia di vaniglia o di cioccolato al latte, nessuna stanchezza al palato. Insomma un bel Nobile, che si fa bere a tavola anche con portate molto saporite e di gran complessità ma che potrebbe essere anche un ottimo compagno per una classica costata, magari di chianina.

Nell’attesa di bissare il viaggio e magari di andare a trovare quelli de Il Conventino direttamente in cantina, un bel brindisi con un Nobile vero. Non è cosa da tutti i giorni, è quindi bene sottolinearlo.

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