martedì 1 febbraio 2011

Le Champ Boucault 2007 – Domaine Mosse


C’è una linea sottile che divide i vini buoni da quelli memorabili. E’ una linea che viene varcata nel momento in cui all’assaggio di un vino si prova una sensazione difficile da spiegare a parole, che si traduce in una sorta di senso di completezza gustativo-emozionale che ti fa pensare – anche solo per un attimo – che la vita non può essere meglio di così. Questa sensazione, ovviamente, viene provata in casi straordinari perché gridare al miracolo non può e non deve essere cosa da tutti i giorni. Ma non è nemmeno detto che l’estrema goduria debba per forza essere un privilegio per pochi. Non si trascende nella metafisica enologica solo con un Petrus, con un Romanèe Conti o con un Brunello d’annata di Biondi Santi. A volte bastano poco più di trenta euro da dividere tra quattro amici ed il trip è pronto per essere intrapreso. Un esempio? questo eccellente vino dolce che gli amici di Comptoir de France ci hanno fatto degustare per brindare al nuovo anno, accompagnato da un goloso dolce della tradizione francese, la Galette de Roi.

I vini dolci di solito non mi mandano fuori di testa. Mi stancano dopo il primo bicchiere, non si trova quasi mai un abbinamento adatto e spesso peccano di eleganza ed eccedono in alcolicità. Poi mi stanno un po’ antipatici perché catturano sempre l’entusiasmo di tutti coloro che, traditi dallo zucchero si lanciano in liberatori e fastidiosi “ah, questo si che è buono!”. Ma quando raggiungono l’equilibrio e sono ben fatti, toccano i vertici dell’eccellenza. E’ il caso di questo Champ Boucault 2007 del Domaine Mosse, denominazione Còteaux du Layon, ovvero il picco per questa tipologia di questa parte di Loira che fa dello Chenin Blanc il suo vanto. Vitigno particolare che o si ama o si odia quando è declinato nella versione secca della AOC Anjou, la sua spiccata freschezza e la sua peculiare dote aromatica lo rendono unico quando viene vinificato da passito.

Il Domaine Mosse eleva le potenzialità di questo vitigno all’ennesima potenza, utilizzando metodi di lavorazioni nel vigneto ed in cantina completamente naturali, supportati dalle applicazioni dei dettami biodinamici. Tenuta familiare dai piccoli numeri, produce deliziosi Anjou, sia bianchi che rossi, ma l’asso nella manica è certamente questo Coteaux du Layon. Le Champ Boucault è un vino che sa essere eccellente senza strafare, pregio raro per un vino da dessert. La dolcezza è innegabile (198,5 grammi/litro di zuccheri residui) ma è controllata da una fenomenale freschezza, l’aromaticità si sviluppa nel palato con discrezione e finezza, la nota alcolica è perfettamente inglobata nell’insieme, visto che il vino arriva a malapena al 11% d’alcol, a testimonianza che non c’è bisogno di imbottigliare delle bombe per fare dei passiti di corpo e di struttura. I tipici profumi di frutta secca si estendono ad un universo sensoriale infinito che trova il suo perché nella mineralità avvolgente. E’ un vino che mette in pace con se stessi, profondo e di classe come un album dei Portishead, il cui ascolto accompagnerebbe alla grande questo bicchiere.

Parlare di abbinamenti in questo caso è fuori luogo, dando per scontato che non è il caso di berlo durante il pasto, a meno che non pasteggiate a base di formaggi erborinati, fegato grasso o abbondiate con spezie thai particolarmente tendenti all’agrodolce. Semplicemente godetevelo quando volete passare una bella serata, accompagnata magari dal vostro dessert preferito, le persone con cui state bene e tanta voglia di andare a dormire col sorriso. Lui sarà lì, nel vostro bicchiere, pronto ad essere vostro complice, senza essere invadente, senza prevalere su nulla. Ma comunque saprà elevarsi in silenzio al centro della scena.

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